Mykyta Buzinov
Buzinov Mykyta
Data della scomparsa: 4 marzo 2022
Luogo della scomparsa: il villaggio di Mykhailo-Kotsiubynske, la provincia di Černihiv
A febbraio dell’anno scorso un venticinquenne Mykyta Buzinov pensava di essere al sicuro, lasciando la grande città di Černihiv, situata nel nord dell’Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, per andare ad un piccolo villaggio. La Russia aveva invaso l’Ucraina, occupando i territori. Nei primi giorni il ragazzo si trovava con la sua famiglia in un villaggio tranquillo chiamato Mykhailo-Kotsiubynske, a circa 20 chilometri dalla città. Ma la tranquilità non è durata a lungo, poi i russi sono arrivati anche lì, occupando il villaggio. E quando i militari ucraini hanno distrutto qualche colonna nemica, gli occupanti hanno iniziato a rapire civili, cercando coloro che potevano essere in contatto con i militari ucraini.
Mykyta faceva l’autista e non aveva alcun legame con l’esercito, quindi non pensava che la sua famiglia potesse interessare ai militari russi. Ma il 4 marzo i militari nemici sono arrivati a casa dei Buzinov.
In casa c’era tutta la sua famiglia: madre, zio, fratello e anche la sua fidanzata, Kateryna. Li hanno portati tutti fuori in strada e hanno preso i loro cellulari. Poi è iniziato proprio un orrore. Hanno spogliato Mykyta per controllare se aveva tatuaggi o segni da armi sul corpo. Gli uomini russi puntavano le armi contro di lui e di suo fratello. Gridavano che avevano trovato delle mappe nel cellulare di suo fratello. Mykyta è stato accusato di aver consegnato alcune informazioni. Per spaventare le persone, i russi simulavano una fucilazione: hanno portato Mykyta dietro ad una baracca e si sono messi a sparare. La madre del ragazzo ha vissuto un inferno, perché non sapeva se suo figlio fosse vivo o morto.
In seguito, hanno costretto anche la fidanzata di Mykyta, Kateryna, a inginocchiarsi accanto a lui. Hanno puntato le armi anche contro di lei e hanno esercitato una pressione psicologica su di lei, minacciandola di uccidere il suo amato proprio davanti ai suoi occhi.
Alla fine, i militari se ne andati, ma hanno portato Mykyta con sé. I suoi parenti non avevano idea di dove cercarlo. Speravano che il ragazzo fosse tornato il giorno successivo, ma il tempo passava e non c’erano notizie su di lui.
Dopo la liberazione del villaggio, la famiglia Buzinov ha saputo che un altro residente locale, anch’esso rapito dai russi il 4 marzo, è stato trovato torturato: dopo giorni delle percosse, gli hanno sparato alla testa. Tutti temevano che una sorte simile potesse toccare anche a Mykyta. Sua madre ha fornito i campioni del suo DNA. Nonostante mesi di attesa, i suoi parenti non hanno ricevuto nessun riscontro del DNA. Neanche tra i morti non è stato trovato il ragazzo.
Finalmente, dopo 9 mesi da quanto è stato rapito, è arrivata una notizia che Mykyta potrebbe essere detenuto a Belgorod, in Russia. Un avvocato assunto dalla famiglia si è recato in città, ma ha ricevuto la risposta che Mykyta Buzinov non era detenuto nel centro di detenzione preventiva di Belgorod. Però poi è arrivata un’altra notizia: una persona con lo stesso nome “è uscita” da quella prigione.
Quindi la sua famiglia spera che il ragazzo sia ancora vivo e detenuto in una delle prigioni russe e che un giorno tornerà a casa.