Mariano García Calatayud

Set 19 2013

Mariano García Calatayud

Data della scomparsa: 19 marzo 2022

Luogo della scomparsa: la città di Kherson, la provincia di Kherson

 

Mariano è un cittadino spagnolo. Aveva 74 anni quando i militari russi l’hanno rapito nel centro della città di Kherson occupata. Prima dell’invasione su larga scala, Mariano aveva già vissuto in Ucraina per qualche anno, dedicandosi al volontariato. Spesso si recava nella zona di conflitto nell’est del paese, portando aiuti umanitari ai civili e visitando orfanotrofi.

“Mariano ha un cuore d’oro. Quando ha saputo della guerra in Ucraina nel 2014 e delle sofferenze dei civili, ha lasciato tutto ed è venuto qui per aiutare la gente”, dice Tetiana, sua moglie civile. Quando Kherson è stata occupata nel 2022, Mariano, insieme ad altri cittadini, partecipava alle manifestazioni pro-Ucraina, sperando di costringere gli occupanti di andare via. Il 19 marzo 2022, dopo una di queste manifestazioni, Mariano non è tornato a casa. “Mi aveva chiamato, dicendo che stava avvicinandosi al cancello, ma quando sono scesa per aprirgli, non c’era più nessuno alle porte”, aggiunge Tetiana. Suo marito è stato detenuto a Kherson e poi trasferito in Crimea occupata in un centro di detenzione preventiva, dove i russi tengono centinaia di civili ucraini.

Testimoni che sono riusciti ad uscire da lì raccontano che la salute di Mariano si è deteriorata: le gambe sono gonfiate, ha subito un infarto ma non ha ricevuto un’assistenza medica adeguata. I russi non hanno presentato nessune accuse ufficiali contro il cittadino spagnolo, lo tengono isolato, non gli permettono di comunicare con la sua famiglia e neanche parlare con un avvocato. La moglie di Mariano si è rivolta al governo spagnolo, ai media, alle forze dell’ordine ucraine e ha inviato numerose richieste a varie istituzioni sul territorio della Federazione Russa e della Crimea occupata, ma finora non ha ricevuto nessuna spiegazione ufficiale in merito all’accusa di Mariano García Calatayud.

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Vitalii Profatylov

Set 19 2013

Vitalii Profatylov

Data della scomparsa: 12 aprile 2022

Luogo della scomparsa: la città di Mariupol, la provincia di Donetsk

 

Il cinquantacinquenne Vitalii Profatilov faceva l’autista di un autobus scolastico nella città di Novyi Buh, nella provincia di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Dopo l’inizio dell’invasione russa, Vitalii è diventato uno degli autisti che ha accettato di trasportare i militari mobilitati, poiché la Russia aveva invaso l’Ucraina e iniziato l’occupazione dei territori. All’inizio a Vitalii hanno detto che avrebbe dovuto portare i soldati a Mykolaiv, però a causa dei combattimenti non era più possibile entrare nella città, perciò gli autobus sono stati diretti a Mariupol, una città sulla riva del Mar d’Azov, al momento controllata dalla Russia. Lì, gli autisti civili sono stati immediatamente circondati dai russi e non sono riusciti più ad uscire dalla città.

Secondo la moglie di Vitalii, Olga Profatilova, quattro autisti si stavano nascondendo dai bombardamenti russi presso la fabbrica Illich. Nonostante i bombardamenti nella città bloccata, Vitalii cercava di chiamare la sua famiglia. Tuttavia, è stata interrotta qualsiasi comunicazione con lui il 4 aprile 2022. Dopo due settimane, sua moglie ha trovato un video in cui c’era Vitalii che era tra i prigionieri nella colonia di Olenivka, nella provincia di Donetsk. “C’erano migliaia di loro, erano nel cortile della colonia, e tra le prime file ho visto mio marito. L’ho riconosciuto dai vestiti, è cambiato molto e non tutti i parenti l’hanno riconosciuto subito”, racconta Olga. Olenivka è diventata uno dei luoghi di detenzione di molti prigionieri di guerra e civili ucraini. Da lì, la maggior parte di loro è stata portata in Russia.

Secondo informazioni non ufficiali, anche Vitalii è stato portato in Russia, probabilmente è stato detenuto presso la colonia n. 1 nella città di Kursk. Recentemente, i familiari hanno ricevuto la notizia che Vitalii Profatilov potrebbe essere detenuto insieme agli altri autisti in Mordovia.

Prima dell’invasione su larga scala Vitalii aveva già delle malattie gravi del fegato e del cuore. Ha subito un infarto in passato. Inoltre, soffre di gotta al piede, ha la sindrome di Meniere ed è sordo da un orecchio. Prima riceveva dei trattamenti specifici ogni mese. La sua famiglia non sa in che condizioni sia al momento e se stia ricevendo alcuna assistenza nella prigione russa.

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Pavlo Zaporozhets

Set 19 2013

Pavlo Zaporozhets

Data della scomparsa: 9 maggio 2022

Luogo della scomparsa: la città di Kherson, la provincia di Kherson

 

Il trentenne giurista da Kherson, Pavlo Zaporozhets, è stato arrestato dalle forze armate russe il 9 maggio 2022 a Kherson. Prima aveva vissuto nella città occupata per quasi tre mesi, dal momento in cui la Russia aveva iniziato l’invasione su larga scala dell’Ucraina il 24 febbraio. Pavlo ha avuto un’esperienza di servizio nelle Forze armate dell’Ucraina dopo il 2014, poi ha dato le dimissioni e ultimamente lavorava presso il servizio tributario statale. Dopo l’occupazione della zona vicino a Kherson, i russi si sono messi a fare retate e perquisizioni anche nella città, cercando coloro che avevano esperienza militare. Ex militari e le loro famiglie erano considerati potenzialmente pericolosi per la Russia, siccome erano in grado di combattere. Dopo il suo rapimento, Pavlo è stato detenuto in isolamento temporaneo a Kherson per quattro mesi, prima di essere portato nel centro di detenzione preventiva n.1 a Simferopol.

Nella casa di Pavlo hanno fatto perquisizioni e hanno confiscato elettronica. Nel mese di ottobre 2022, l’hanno portato nel centro di detenzione preventiva n. 2 insieme ad altri civili detenuti. La sorella di Pavlo, Marina, racconta che veniva picchiato in Crimea, e poi nel febbraio 2023 è stato portato a Rostov sul Don in Russia. Lì è iniziato un processo contro di lui, è stato accusato della violazione dell’art. 361 del Codice penale della Federazione Russa per “intenzione di compiere un atto terroristico” a Kherson. La famiglia di Pavlo ha presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per la sua detenzione illegale e spera in una diffusione del caso e in una reazione di organizzazioni internazionali.

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Mykyta Buzinov

Set 19 2013

Buzinov Mykyta

Data della scomparsa: 4 marzo 2022

Luogo della scomparsa: il villaggio di Mykhailo-Kotsiubynske, la provincia di Černihiv

 

A febbraio dell’anno scorso un venticinquenne Mykyta Buzinov pensava di essere al sicuro, lasciando la grande città di Černihiv, situata nel nord dell’Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, per andare ad un piccolo villaggio. La Russia aveva invaso l’Ucraina, occupando i territori. Nei primi giorni il ragazzo si trovava con la sua famiglia in un villaggio tranquillo chiamato Mykhailo-Kotsiubynske, a circa 20 chilometri dalla città. Ma la tranquilità non è durata a lungo, poi i russi sono arrivati anche lì, occupando il villaggio. E quando i militari ucraini hanno distrutto qualche colonna nemica, gli occupanti hanno iniziato a rapire civili, cercando coloro che potevano essere in contatto con i militari ucraini.

Mykyta faceva l’autista e non aveva alcun legame con l’esercito, quindi non pensava che la sua famiglia potesse interessare ai militari russi. Ma il 4 marzo i militari nemici sono arrivati a casa dei Buzinov.

In casa c’era tutta la sua famiglia: madre, zio, fratello e anche la sua fidanzata, Kateryna. Li hanno portati tutti fuori in strada e hanno preso i loro cellulari. Poi è iniziato proprio un orrore. Hanno spogliato Mykyta per controllare se aveva tatuaggi o segni da armi sul corpo. Gli uomini russi puntavano le armi contro di lui e di suo fratello. Gridavano che avevano trovato delle mappe nel cellulare di suo fratello. Mykyta è stato accusato di aver consegnato alcune informazioni. Per spaventare le persone, i russi simulavano una fucilazione: hanno portato Mykyta dietro ad una baracca e si sono messi a sparare. La madre del ragazzo ha vissuto un inferno, perché non sapeva se suo figlio fosse vivo o morto.

In seguito, hanno costretto anche la fidanzata di Mykyta, Kateryna, a inginocchiarsi accanto a lui. Hanno puntato le armi anche contro di lei e hanno esercitato una pressione psicologica su di lei, minacciandola di uccidere il suo amato proprio davanti ai suoi occhi.
Alla fine, i militari se ne andati, ma hanno portato Mykyta con sé. I suoi parenti non avevano idea di dove cercarlo. Speravano che il ragazzo fosse tornato il giorno successivo, ma il tempo passava e non c’erano notizie su di lui.

Dopo la liberazione del villaggio, la famiglia Buzinov ha saputo che un altro residente locale, anch’esso rapito dai russi il 4 marzo, è stato trovato torturato: dopo giorni delle percosse, gli hanno sparato alla testa. Tutti temevano che una sorte simile potesse toccare anche a Mykyta. Sua madre ha fornito i campioni del suo DNA. Nonostante mesi di attesa, i suoi parenti non hanno ricevuto nessun riscontro del DNA. Neanche tra i morti non è stato trovato il ragazzo.

Finalmente, dopo 9 mesi da quanto è stato rapito, è arrivata una notizia che Mykyta potrebbe essere detenuto a Belgorod, in Russia. Un avvocato assunto dalla famiglia si è recato in città, ma ha ricevuto la risposta che Mykyta Buzinov non era detenuto nel centro di detenzione preventiva di Belgorod. Però poi è arrivata un’altra notizia: una persona con lo stesso nome “è uscita” da quella prigione.

Quindi la sua famiglia spera che il ragazzo sia ancora vivo e detenuto in una delle prigioni russe e che un giorno tornerà a casa.

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INVIA UNA LETTERA ALL’AMBASCIATA RUSSA NEL TUO PAESE CON UNA RICHIESTA DI LIBERARE IMMEDIATAMENTE I CIVILI UCRAINI PRESI IN OSTAGGIO

Set 19 2013

Indipendentemente dal paese in cui ti trovi, scrivi una lettera all’Ambasciata della Federazione Russa più vicina a te con la richiesta immediata di trovare e liberare i civili ucraini – tutti insieme o una di quelle persone di cui stiamo raccontando qui. La tua voce potrebbe essere decisiva in questo processo di rimpatrio dei civili e del loro ritorno alla vita normale. Grazie alle tue azioni e alla tua cittadinanza cosciente e consapevole, potremo aumentare la pressione sulla Federazione Russa e aiutare coloro che hanno più bisogno del nostro supporto.

Invia la lettera oggi e aiuta a riportare gli ostaggi a casa!

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Serhii Sytnyk

Set 19 2013

Serhii Sytnyk

Data della scomparsa: 16 marzo 2022

Luogo della scomparsa: la città di Trostianets, la provincia di Sumy

 

Serhii Sytnyk, un ucraino di 32 anni, è stato rapito dai militari russi che avevano occupato la città di Trostianets in Ucraina. Nessuno sa con certezza perché sia stato catturato, forse perché era un cacciatore. Il giorno successivo al rapimento, i russi hanno fatto irruzione nella sua casa, l’hanno messa sottosopra tutta e hanno preso tutto ciò che vedevano, compreso cibo e calzini caldi. Madre di Serhii era testimone dell’accaduto. Dalle conversazioni con i militari russi, ha scoperto che suo figlio era vivo.

La donna si è recata alla stazione ferroviaria di Trostianets, dove i russi tenevano prigionieri gli ucraini. Camminava con le mani alzate. Dice che c’erano molti soldati russi intorno a lei, il che la spaventava molto. Tuttavia, non ha smesso di cercare notizie sul destino di suo figlio. Alla fine, uno dei russi ha detto che Serhii non с’era alla stazione ferroviaria e le ha consigliato di cercarlo nell’edificio della polizia locale. Ma anche lì, la donna è stata allontanata senza ottenere alcuna informazione.

La famiglia del ragazzo rapito è convinta che i russi l’abbiano portato in un villaggio vicino di Boromlia, poiché il 4 aprile 2022, dopo la liberazione di quella località, hanno trovato il tesserino venatorio di Serhii, le sue carte bancarie e la sua tessera di lavoro. Sua madre e sua sorella l’hanno cercato tra i torturati che venivano trovati nel villaggio dopo la fuga dei russi, però Serhii non è stato trovato tra i morti.

Il capo della comunità di Boromlia ha raccontato alle donne che i russi avevano portato via con loro molti prigionieri ucraini. Attraverso il villaggio di Krasnopillya li avevano portati verso il confine con la Russia. Molti di loro sono ancora detenuti in prigioni russe.

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RELEASE HOSTAGES: A DEMAND FOR FREEDOM CAMPAIGN

Set 18 2013

Release Hostages: A Demand for Freedom Campaign è una campagna che fa appello alla comunità internazionale, affinché agisca per salvare vite e aiutare a liberare gli ucraini presi in ostaggio dalla Federazione Russa.

Abbiamo creato questa piattaforma con l’obiettivo di attirare l’attenzione del mondo sul problema del detenimento dei cittadini civili ucraini da parte della Federazione Russa, che vengono rapiti nei territori russi. Questi sono persone comuni: autisti, medici, insegnanti, giornalisti e persone di varie professioni ed età, che in gran parte non hanno sostenuto l’occupazione. Vengono detenuti perfino minori. Secondo i dati di MIHR (The Media Initiative for Human Rights), alla fine di agosto 2023, sono stati presi in ostaggio 1122 civili dalla Russia. In realtà, potrebbero esserci molti più casi, poiché gli arresti stanno continuando mentre leggete queste righe.

Gli arresti avvengono in modo arbitrario, senza spiegazioni delle ragioni, né le persone detenute né le loro famiglie spesso sanno perché si trovano in centri di detenzione e prigioni. La nostra organizzazione è riuscita a identificare più di 80 luoghi di detenzione attivi, sia nel territorio occupato che in territorio russo. Lì le persone vengono torturate e tenute in condizioni terribili. Sono stati segnalati casi di morti in cattività.

La Russia tace e nasconde i nomi di tutti quelli che arresta, senza fornire alcune informazioni alle loro famiglie, non permettendo loro di dare assistenza medica, assumere un avvocato, scrivere lettere o consegnare pacchi. Nemmeno il Comitato internazionale della Croce Rossa riesce ad aiutare: la Russia non permette ai suoi rappresentanti di accedere ai luoghi di detenzione dei civili presi in ostaggio.
Noi raccontiamo le storie degli ostaggi, delle loro famiglie e chiediamo aiuto: riportare ogni ucraino a casa. Unisciti alla Campagna Release Hostages: A Demand for Freedom e diventa parte di questa causa importante.

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Della Campagna

Set 18 2013

Release Hostages: A Demand for Freedom Campaign è una campagna che fa appello alla comunità internazionale, affinché agisca per salvare vite e aiutare a liberare gli ucraini presi in ostaggio dalla Federazione Russa.

Abbiamo creato questa piattaforma con l’obiettivo di attirare l’attenzione del mondo sul problema del detenimento dei cittadini civili ucraini da parte della Federazione Russa, che vengono rapiti nei territori russi. Questi sono persone comuni: autisti, medici, insegnanti, giornalisti e persone di varie professioni ed età, che in gran parte non hanno sostenuto l’occupazione. Vengono detenuti perfino minori. Secondo i dati di MIHR (The Media Initiative for Human Rights), alla fine di agosto 2023, sono stati presi in ostaggio 1122 civili dalla Russia. In realtà, potrebbero esserci molti più casi, poiché gli arresti stanno continuando mentre leggete queste righe.

Gli arresti avvengono in modo arbitrario, senza spiegazioni delle ragioni, né le persone detenute né le loro famiglie spesso sanno perché si trovano in centri di detenzione e prigioni. La nostra organizzazione è riuscita a identificare più di 80 luoghi di detenzione attivi, sia nel territorio occupato che in territorio russo. Lì le persone vengono torturate e tenute in condizioni terribili. Sono stati segnalati casi di morti in cattività.

La Russia tace e nasconde i nomi di tutti quelli che arresta, senza fornire alcune informazioni alle loro famiglie, non permettendo loro di dare assistenza medica, assumere un avvocato, scrivere lettere o consegnare pacchi. Nemmeno il Comitato internazionale della Croce Rossa riesce ad aiutare: la Russia non permette ai suoi rappresentanti di accedere ai luoghi di detenzione dei civili presi in ostaggio.
Noi raccontiamo le storie degli ostaggi, delle loro famiglie e chiediamo aiuto: riportare ogni ucraino a casa. Unisciti alla Campagna Release Hostages: A Demand for Freedom e diventa parte di questa causa importante.

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